Angolo di Pasqua

Palinuro: la polena e L’Eneide

LA MORTE DI PALINURO (5. 835 - 871)

Ormai l’umida Notte aveva quasi toccato la meta nel mezzo
del cielo, i marinai rilassavan le membra nella placida quiete
sdraiati sotto i remi lungo i duri sedili,
quando il Sonno scivolando leggero dagli eterei astri
smosse l’ aria tenebrosa e cacciò le ombre,
cercando te, Palinuro, portando a te innocente i tristi
sogni; il dio si sedette sull’alta poppa
simile a Forbante e versa con la bocca queste chiacchiere:
“Palinuro di Iasio, le stesse acque portan la flotta,
le arie spirano costanti, è dato tempo al riposo.
Poggia la testa e ruba gli stanchi occhi alla fatica.
Io stesso un poco affronterò i tuoi doveri per te.”
A stento alzandogli gli occhi Palinuro dice.
“Vuoi forse che io ignori il volto del placido mare
ed i quieti flutti? Forse che io mi fidi di questo mostro?
Affiderei forse Enea? Tante volte ingannato da arie
fallaci e dall’imbroglio del cielo sereno?”
Dava tali risposte, fisso ed attaccandosi mai lasciava
il timone e teneva gli occhi sotto le stelle.
Ecco il dio scuote sopre entrambe le tempia un ramo
inzuppato di rugiada letea e drogato di forza
Stigia, scioglie, a lui esitante, gli occhi natanti.
Appena la quiete improvvisa aveva rilassato le prime membra,
quando saltandogli sopra, divelta una parte della poppa,
lo gettò nelle limpide onde col timone
a capo fitto e spesso invocante invano i compagni;
egli alato, volando, si alzò leggero nell’aria.
Non di meno la flotta corre una rotta sicura
imperterrita per le promesse del padre Nettuno s’avanza.
Ed ormai trasportata raggiungeva gli scogli delle Sirene,
un tempo difficili e bianchi per le ossa di molti,
allora le rocce risuonavano roche lontano per il mare incessante,
quando il padre capì che la nave ondeggiando errava, perduto
il pilota, lui stesso la resse nelle onde notturne
molto gemendo e colpito in cuore dalla morte dell’amico:
“O Palinuro, fidatoti troppo del cielo e del mare
sereno, nudo giacerai su sabbia ignota”.

Le belle navi che ogni tanto tornano per farsi ammirare

Palinuro e Vespucci

SLIDESHOW

La gita a Capraia

La spedizione, organizzata dalla SaIt di Livorno, prevedeva di passare sull’isola due notti, a fare osservazione, misurare l’inquinamento luminoso, fare fotografie. Le notti non sono state molto propizie. La prima notte un vento abbastanza forte di scirocco avrebbe impedito la stabilità dei telescopi e nuvole bianche attraversavano velocemente il cielo, la seconda notte il cielo era alquanto velato ed erano presenti le solite nuvole bianche.
Durante il giorno non era del tutto sereno. Pero’ abbiamo vagabondato per i sentieri e per il paese. Bellissimo il paesaggio!

La stagione migliore penso che sia la primavera per le fioriture, l’estate rende la vegetazione un po’ secca. Grandi distese di fichi d’india maturi (e deliziosi se ripuliti dalle spine) e un profumo inconfondibile nei pressi dei fichi ormai maturati e caduti dai rami rendono piacevoli le passeggiate.
Finalmente abbiamo fatto un bagno nell’unica spiaggia dell’isola: la Mortola. C’e’ un gommone del parco che ci ha trasportato laggiù, facendoci scendere in acqua. Ma che posto meraviglioso! E l’acqua da sotto è verde e azzurra e limpida, con tanti pesciolini forforescenti. Nei pressi delle rocce tanti pesci, sembra di stare in un acquario.
Alcune fotografie edi seguito il link all’album con tutte le immagini.

Gita a Capraia SLIDESHOW

Un mare di nebbia…

Stanotte avevo intuito che qualcosa non andava come il solito. Le sirene delle navi lanciavano continui richiami. Infatti a Livorno c’era la nebbia. Arrivati sul mare abbiamo visto lo spettacolo. Dopo qualche ora la nebbia si è diradata e il Sole è tornato più scottante che mai. Giornata caldissima. Nella prima foto al centro e nella seconda a destra si intravedono i cormorani appollaiati sullo scoglio.

dopo qualche ora…

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Un Saturno piccolo piccolo

Luglio 24, 2011 on 10:29 pm | In Personali, Astro-Saturno | No Comments

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